“Nel testo della legge sono normate le disposizioni anticipate di trattamento (Dat), cioè l’atto in cui ogni persona maggiorenne, capace di intendere e di volere potrà esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, ivi comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali. Inserire queste ultime tra le opzioni al rifiuto terapeutico equivale di fatto a predisporre il suicidio assistito mascherato dentro il testamento biologico.”
A chiarirlo è il Senatore Domenico Scilipoti Isgrò di Forza Italia, aggiungendo:
“Un conto è rinunciare alla terapia, un altro è rinunciare ai presupposti fondamentali della vita stessa: bere e mangiare. L’articolo 3 contenuto nel DDL sul Dat, apre la strada all’eutanasia, cosa ben diversa dal testamento biologico. Tutti sappiamo a cosa porta la drastica decisione di non bere e non mangiare, soprattutto in chi è impossibilitato a farlo autonomamente.
Riteniamo di dover far dunque chiarezza sulla questione perché sulla base di quanto proposto nel testo, si trasforma lo Stato in un ente capace di promuovere e tutelare indirettamente la scelta di suicidarsi.”